Maternità e calcio femminile: la svolta storica della FIFA

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Tutela della maternità e calcio femminile: il 19 novembre 2020 potrebbe diventare una data storica per tutto il movimento. La FIFPro, il sindacato dei giocatori e delle giocatrici di tutto il mondo, con la collaborazione della Fifa, ha introdotto nuove tutele per le calciatrici professioniste.

A partire dal primo gennaio 2021, tutti i club dei campionati femminili riconosciuti dalla Federazione internazionale dovranno garantire un congedo minimo per maternità di quattordici settimane, di cui almeno otto dopo il parto. In questo periodo, le atlete dovranno ricevere almeno due terzi dei compensi previsti in precedenza. Inoltre, le giocatrici avranno il diritto di rimanere tesserate con la società di appartenenza durante il periodo di maternità, e nel caso di licenziamento i club dovranno fornire spiegazioni dettagliate sulla decisione. Nel caso non venissero ritenute adeguate, le giocatrici saranno risarcite con sei mensilità. Al rientro dal lavoro dopo il congedo di maternità, i club dovranno reintegrare le giocatrici e fornire loro un adeguato supporto medico e fisico.

Un passo importante per la tutela delle atlete e lo sviluppo del calcio femminile. Infatti secondo un’indagine di FIFPro, solo il 2% delle calciatrici ha portato a termine una gravidanza, mentre il 47% ha affermato che avrebbe smesso di giocare presto per dedicarsi alla famiglia, lamentando mancanza di aiuti e tutele come motivo scatenante per la scelta di abbandonare la carriera.

E’ evidente come dopo la recente crescita del fenomeno ed il successo del Mondiale in Francia, il calcio femminile stia entrando in una fase successiva di sviluppo che deve assolutamente adottare un quadro normativo adeguato alle esigenze della calciatrici.

5 novità per tutelare la maternità nel calcio femminile

Vediamo nello specifico le 5 maggiori novità che saranno sottoposte al Consiglio Fifa per l’approvazione finale a dicembre:

  • Remunerazione obbligatoria (nuovo art. 18 paragrafo 7 RSTP): in assenza di una legislazione nazionale più favorevole o di un contratto collettivo, ogni calciatrice incinta deve avere almeno 14 settimane di congedo, delle quali almeno 8 dopo il parto. Il congedo deve essere retribuito con un importo pari ad due terzi dello stipendio.
  • Ritorno al lavoro dopo la gravidanza (nuovo art. 18 quater RSPT): una volta terminato il congedo, il Club di appartenenza ha l’obbligo di reintegrare la calciatrice nell’attività sportiva garantendole tutto il necessario supporto medico. Inoltre la calciatrice avrà – nel corso delle sedute di allenamento – dei momento dedicati all’allattamento.
  • Tesseramento di altra giocatrice come “sostituzione maternità (nuovo art. 6 paragrafo 1 RSTP): ai club è data la possibilità di tesserare una calciatrice al di fuori del periodo stabilito per sostituire una calciatrice in maternità.
  • Protezione durante la gravidanza (nuovo art. 18 RSTP): nel caso in cui la calciatrice incinta continui a fornire le proprie prestazioni sportive al Club, questo dovrà garantire la massima tutela tramite anche consulenze mediche specifiche. Inoltre in questo caso il Club e la giocatrice/allenatrice possono formalizzare un piano di lavoro differenziato.
  • Protezione contro il licenziamento delle calciatrici (nuovo art. 18 quater RSTP): nessuna giocatrice dovrà mai subire svantaggi e/o discriminazioni in relazione alla sua scelta di maternità, di conseguenza la risoluzione unilaterale del contratto a seguito della gravidanza sarà considerata risoluzione senza giusta causa. Una scelta di questo genere da parte di un Club non costituirà solamente il diritto al risarcimento del danno ma comminerà anche una ammenda.

Sarai Bareman: “La gravidanza non deve essere uno svantaggio per le atlete”

Sull’argomento è intervenuta anche Sarai Bareman, responsabile del dipartimento del calcio femminile della FIFA: “La gravidanza non deve generare uno svantaggio per le atlete. L’obiettivo di tutti è la professionalizzazione del calcio femminile in tutto il mondo, e per raggiungerlo dobbiamo adattare il quadro normativo ai casi più specifici. Queste nuove regole sono un impulso in questo senso».

Sarai Bareman

Gabriela Garton: “Non vogliamo più scegliere tra famiglia e carriera”

Anche Gabriela Garton, portiere della Nazionale argentina e componente del FIFPro Global Player Council, è intervenuta dopo questa decisione storica: “Le nuove norme sono essenziali per lo sviluppo sostenibile del calcio femminile. Noi calciatrici abbiamo bisogno di queste disposizione, in modo che nessuna di noi debba trovarsi di fronte a una scelta tra famiglia e carriera sportiva. In passato è sempre andata in questo modo, ma ora vogliamo che le cose cambino.

Gabriela Garton con la maglia della Nazionale Argentina