Calcio: la serie A apre al professionismo

Professionismo calcio femminile

Dalla prossima stagione 2022-23 finalmente la serie A apre al professionismo.

Si sapeva da tempo in quanto il Consiglio Federale della FIGC il 9 novembre 2020 aveva già deliberato l’introduzione del professionismo sportivo nel calcio femminile. Quello che è avvenuto nell’ultimo Consiglio della Federazione Italiana Giuoco Calcio è stato solo un atto formale: l’adeguamento delle Noif (norme organizzative interne della FIGC), le norma organizzative interne federali, in funzione del professionismo delle calciatrici.

L’avvento del professionismo nel calcio femminile è una svolta epocale per il movimento. Con il passaggio dallo status di dilettante a quello di professionista cambieranno molte cose sia per le atlete che per le società dal punto di vista dei contratti, delle tutele e dei costi

Ludovica Mantovani, presidente della divisione calcio femminile (FIGC)

Le calciatrici potranno contare su tutta una serie di tutele, legali e sanitarie, che adesso non possiedono, i cui costi graveranno quasi interamente sulle società sportive.

Nella realtà odierna, con le calciatrici relegate allo status di dilettanti, il rapporto tra queste e le società sportive non viene normato attraverso la stipula di un contratto di lavoro, ma di un semplice accordo economico. Ciò comporta che alle atlete possono essere riconosciuto un rimborso spese e un’indennità di trasferta, che non può superare la cifra di 61,97 o di 77,47 euro al giorno, a seconda che si tratti del periodo di preparazione o della stagione agonistica; un rimborso forfettario annuale diviso in 10 mensilità dell’importo massimo di 30.658 euro all’anno.

Si pensi ad esempio che nel caso di maternità le atlete fino al 2017 non avevano alcuna forma di tutela. Dal 2017 le stesse possono accedere al Fondo Unico per il Potenziamento dello Sport Italiano, che prevede l’erogazione di un rimborso di 1000 euro al mese per 10 mesi.

Per quanto riguarda gli infortuni ogni società sportiva è tenuta ad assicurare le proprie tesserate sulla base di una convenzione stipulata dalla LND con Generali Italia.

I cambiamenti che porterà il professionismo

Tutto cambierà dal 1.07.2022 con il professionismo.

Per prima cosa verrà stipulato un contratto collettivo di lavoro, che disciplini il trattamento economico e normativo dei rapporti tra Calciatori professionisti e Società, chiarendo diritti e doveri di ambo le parti in causa.

Le calciatrici potrebbero quindi stipulare un contratto di lavoro con le società sportive, diventando dipendenti delle società e godendo di tutti i diritti e le tutele del caso in ambito legale e sanitario.

A partire dal 1° luglio 2022 tutti i rapporti tra calciatrici, allenatori, allenatrici e club dovranno essere regolati secondo lo schema contrattuale del professionismo sportivo.

La Federcalcio ha previsto dei modelli contrattuali per agevolare, da un punto di vista pratico ma soprattutto legale e del diritto sportivo, il passaggio dal dilettantismo al professionismo.

Per questo tipo di rapporti, la FIGC ha obbligato le parti a utilizzare la scrittura privata-tipo denominata Addendum per calciatrici. QUI il comunicato.

La Figc ha previso quattro modelli tipo:

A)           Addendum per calciatrici (accordo al lordo);

B)           Addendum per calciatrici (accordo al netto);

C)           Addendum per allenatrici ed allenatori (accordo al lordo);

D)           Addendum per allenatrici ed allenatori (accordo al netto).

Sara Gama, calciatrice della Juventus e capitano della Nazionale
(Photo by Chris Ricco/Getty Images)

Già dalla scorsa estate le società di Serie A potevano far sottoscrivere alle calciatrici accordi che prevedessero la trasformazione in contratti professionistici dal 1° luglio 2022 soprattutto alle calciatrici più pagate. Infatti in assenza dell’introduzione di norme specifiche i contratti di tipo dilettantistico dopo il 30 giugno smetteranno di avere valore e quindi e le calciatrici potrebbero svincolarsi.

Ogni società sportiva dovrà stipulare un’assicurazione sanitaria, non più collettiva, ma individuale per ciascuna delle proprie tesserate.

Ovviamente trattandosi di un contratto di lavoro subordinato, le società sarà tenute a versare i contributi alle proprie calciatrici, che potranno così beneficiare della pensione statale come previsto dalla legge, versare l’Irpef e i contributi per il fondo di fine carriera.

Il 1° luglio 2022 sarà uno spartiacque per il mondo del calcio femminile. Non dovrà essere considerato il punto d’arrivo ma sicuramente il punto di partenza per mettere a punto una strategia per il futuro che riguardi l’incremento delle tesserate (l’Italia si aggira a poco più di 30 mila a fronte delle oltre 100 mila nei maggiori paesi europei), l’impiantistica, l’incremento degli sponsor, diritti Tv, biglietteria, pubblico, ecc.