“Su Wikipedia non c’è scritto quando ho iniziato a stare male, quando ho perso la coscienza chiudendo gli occhi in un sonno che poteva essere senza ritorno, ignara di ciò che doveva succedere. Quando mi sono svegliata, quando la mia voce era solo un alito di vento, quando non mi fidavo di nessuno e quando i medici hanno risposto alle mie tante domande sul perché mi trovassi in rianimazione. Il ritorno alla vita, la felicità nel vedere per la prima volta il cielo, il riacquistare le forze con la paura di un altro intervento, i mesi in ospedale e la consapevolezza che niente, mai più, potrà tornare come prima. Che la mia vita, la mia carriera e i miei sogni sono svaniti, dopo un sonno di cui non mi sono resa nemmeno conto. La paura, lo smarrimento, la delusione. La lotta giorno dopo giorno, le visite, gli esami.”
In un racconto profondo e a tratti struggente, Sara Anzanello, campionessa mondiale di pallavolo, obbedendo a una sorprendente vocazione eclettica, ha voluto e saputo lasciare testimonianza di sé e della propria esperienza. Il testo, restituito nella sua integrità originale, ci consegna, in un vortice drammatico, incalzante e mozzafiato, un’immagine nuova e inedita della giocatrice azzurra: quella di una ragazza vera e genuina, dall’inguaribile ironia e passionalità, animata da una tenace quanto invidiabile forza, dall’inestinguibile gioia di vivere. Una ragazza che ha saputo sorridere e infondere coraggio verso il prossimo anche in un periodo non felice della sua vita.
“Accetta ciò che non puoi cambiare, cambia ciò che è nelle tue mani. Sorridi.”
La carriera di Sara Anzanello
Nata a San Donà di Piave il 30 luglio 1980, Sara Anzanello è stata una pallavolista di ruolo centrale, fra le più quotate nel panorama dello sport italiano ed internazionale. La sua carriera, iniziata nel 1995 in Latisana (UD), l’ha vista successivamente al Club Italia (1998), per poi entrare nelle fila dell’AGIL Trecate di Novara (1999) e successivamente di Villa Cortese (2009).
Ingaggiata dall’Azərrail Voleybol Klubu nel 2011, nel marzo 2013 è stata colpita da un’epatite fulminante che l’ha obbligata al ritorno in Italia per un trapianto di fegato. Ritornata nel mondo del volley nel 2014, ha lavorato per il Club Italia, per poi ritornare in campo giocando in serie B1 per il Novara nel 2015. Con la nazionale, ha vinto l’oro ai mondiali del 2002 e due Coppe del Mondo nel 2007 e nel 2011, oltre al premio individuale Miglior Muro al World Gran Prix nel 2006. Ricoverata nuovamente per delle complicanze, è morta all’ospedale Niguarda di Milano il 25 ottobre 2018.
Il ricavato del libro, edito da Santelli editore, sarà devoluto in beneficienza.