Alice Pignagnoli si racconta tra le pagine del suo libro, in cui i ruoli di donna, madre ed atleta si intrecciano con non poche difficoltà. Contrasti quotidiani in famiglia e a scuola, ai quali l’atleta non si è mai sottratta pur di rincorrere il suo sogno: diventare una calciatrice.
In un settore come quello sportivo, in cui è difficile avere stabilità ed indipendenza economica, ancor peggio se sei donna, Alice percorre diverse fasi, scoprendo anche realtà positive in cui affermarsi e ambienti “sani” in cui poter coltivare le proprie ambizioni.
La carriera di Alice Pignagnoli
Classe 1988, laureata con una tesi sulla rappresentanza della donna nei media, Alice vanta oltre 250 presenze tra Serie A, Serie B e Serie C. Nel ruolo di portiere, ha militato nelle rose di Milan, Como, Napoli e Torres, vincendo uno scudetto e una super coppa italiana. Dalla Romagna a Mantova, da Genoa a Cesena dove, nonostante la gravidanza , le è stato rinnovato il contratto attendendo il rientro in campo, avvenuto a soli 100 giorni dal parto. Infine, le ormai note vicende alla Lucchese, squadra da cui ha ricevuto trattamento ben diverso e dalla quale oggi è svincolata. L’apertura del contenzioso, dopo la scoperta della sua seconda gravidanza, ha generato indignazione e catturato l’attenzione di media e politica.
Un modello di vita
Portare i capelli corti, cambiare il proprio nome declinandolo al maschile, andare via di casa presto, non hanno rappresentato un ostacolo perché finalizzati a raggiungere il proprio obiettivo: diventare “grande” come Alessandro Del Piero, l’idolo dei poster appesi in cameretta. Una sfida quotidiana con sé stessa e con la società, pur di “rompere schemi” ed eliminare gli stereotipi. Il suo sforzo, come quello di tante altre calciatrici, negli anni ha contribuito ad ampliare la rete di praticanti e la platea di appassionati di uno sport oggi finalmente diventato professionista.
L’intento di Alice è di trasmettere la forza di volontà e la determinazione a tante colleghe donne, sportive e non. “Sogno un mondo in cui gli orari di lavoro, anche grazie alle facilitazioni che ci permette la tecnologia oggi, vengano sfruttati al meglio per permettere a tutti di conciliare vita privata e vita professionale. Sogno un mondo in cui i figli non siano un “problema” delle mamme, ma una risorsa su cui tutta la società decide di investire».
Prefazione di Laura Giuliani, portiere del Milan e della Nazionale – Edito da Minerva.