Scherma: intervista a Martina Criscio

Martina Criscio

Martina Criscio: “Il mio obiettivo ai Mondiali è molto alto: tornare con una medaglia individuale e con una a squadre. Il mio sogno è scrivere la storia di questo sport perché nessuno è mai riuscito a vincere un Mondiale individuale nella sciabola femminile.

Nata a Foggia il 24 gennaio del 1994, Martina Criscio sale in pedana all’età di otto anni, in quel circolo Schermistico Dauno che tanto lustro ha dato alla Capitanata in ambito sportivo. Dalla Puglia, l’azzurra si è poi imposta sui palcoscenici di tutto il mondo “esportando” tutto il bene e la positività di una terra a lei cara. Nel 2017 è riuscita a mettersi al collo l’oro mondiale e l’oro europeo nella sciabola a squadre. Dopo il quarto posto alle Olimpiadi di Tokyo e un intervento al ginocchio, la 28 enne in forza alle Fiamme Oro (gruppo sportivo della Polizia di Stato) ha iniziato alla grande il 2022 conquistando nella gara a squadre la medaglia d’argento agli Europei e la medaglia d’oro e di bronzo in World Cup.

Ragazza solare, Martina ha dimostrato che si può fare sport di alto livello anche al Sud, che non si deve per forza fuggire, ma anzi, si può anche accogliere, come è avvenuto con la compagna di Nazionale Michela Battiston che ha scelto il Circolo Schermistico Dauno per allenarsi.

Abbiamo contattato Martina a pochi giorni dall’inizio dei Campionati del Mondo (Il Cairo, Egitto, dal 15 al 23 luglio), dove rappresenterà l’Italia della sciabola femminile insieme a Rossella Gregorio, Michela Battiston e Eloisa Passaro. La sciabolatrice foggiana, alla quarta partecipazione in una rassegna iridata, scenderà in pedana mercoledì 20 luglio nella prima gara del tabellone principale della competizione individuale.

Come e quando hai iniziato a praticare scherma?

“Ho iniziato a praticare scherma all’età di otto anni. È stato il mio secondo approccio allo sport perché il primo fu la pallavolo, ma capii da subito che lo sport di squadra non era la mia passione. Iniziai per caso, perché la palestra era vicino a casa dei miei genitori. Passandoci davanti mia madre mi chiese se volevo provare, accettai e dopo pochi mesi capii che era lo sport che mi piaceva.”

Cosa avrebbe fatto Martina Criscio se non fosse diventata una schermitrice?

“È una domanda che mi sono fatta anche io tante volte. Forse con la mia determinazione sarei riuscita probabilmente in altri campi, ma forse non avrei eccelso come nella scherma. Però ad oggi non me lo chiedo più perché forse era proprio questa la mia strada.”

C’è una persona a cui devi tanto se sei riuscita ad arrivare a questi livelli?

“Devo molto alla mia famiglia che mi ha sostenuto in questo percorso da quando ero piccola. Al mio maestro, che praticamente viaggiava in parallelo con i miei genitori. E sicuramente devo ringraziare anche tutti quelli che hanno avuto dubbi sulle mie capacità perché mi hanno spronato a fare di più e dimostrare il contrario.”

La squadra italiana di sciabola

Da poco ti sei laureata vice-campionessa europea con la squadra italiana di sciabola. Cosa significa per te rappresentare l’Italia?

Per me l’Italia è vita, l’Italia è la mia passione. Adoro la mia terra, adoro i colori della nostra bandiera e sono veramente orgogliosa di poterla rappresentare al meglio che posso quando porto questo tricolore sulle spalle durante le gare.”

Il prossimo impegno sono i Mondiali. Quale sarà l’obiettivo da raggiungere nella rassegna iridata?

“Il mio obiettivo è molto alto: tornare con una medaglia individuale e con una a squadre. Il mio sogno è scrivere la storia di questo sport perché nessuno è mai riuscito a vincere un Mondiale individuale nella sciabola femminile. Quindi mi piacerebbe puntare a quello ed entrare così nella storia di questo sport.”

Alle ultime Olimpiadi è arrivato un quarto posto. C’è un po’ di rammarico per essere arrivati ad un pelo da un risultato storico?

“C’è molto rammarico. Adesso diciamo che è molto scemato e stiamo già pensando alle prossime, però, essere arrivati lì, comunque con svariati podi e come terzi al mondo, e non poter acciuffare quella medaglia dopo tanti mesi di stress e sacrifici, è stato brutto. Tornare a mani vuote ha fatto veramente molto male. Adesso però stiamo ricostruendo una squadra, abbiamo ricostruito il morale che era molto basso dopo l’Olimpiade di Tokyo e siamo belle coese e compatte per poterci andare a prendere una bella medaglia a Parigi.”

Martina Criscio alle Olimpiadi di Tokyo 2020 insieme alla compagna di squadra Michela Battiston

Tu sei molto legata al tuo territorio. Non sempre però sui media si sente parlar bene della Capitanata e solitamente i giovani fanno le valigie. Il Circolo Schermistico Dauno ha dimostrato il contrario, accogliendo altre atlete della Nazionale, come Michela Battiston. Quanto è importante il ruolo del Circolo a livello sociale per la città e il territorio?

“Io amo la mia terra, amo la Puglia, in particolare la Capitanata, il Gargano e tutto ciò che gira attorno alla mia Città (Foggia, ndr). Il ruolo del Circolo schermistico Dauno è stato importantissimo e secondo me dovrebbe essere preso come esempio perché senza alcuni strumenti è riuscito a prendere una ragazzina, crescerla e portarla fino ai massimi livelli dello sport e quindi, solo per questo, sarebbe da prendere come esempio. Molti miei colleghi sono andati via e io invece ho accettato, insieme al mio maestro, la sfida di rimanere nella nostra terra per raggiungere i nostri obiettivi. Sarebbe stato molto semplice per me spostarmi, ma più è complessa la sfida e più grande è l’orgoglio, il trionfo di poterci riuscire.

Adesso il Circolo ha “accolto” la mia compagna di squadra, Michela Battiston. In più da quest’anno è entrata a far parte del nostro gruppo anche Rebecca Gargano e il nostro obiettivo adesso è di aprirci anche ad atlete Internazionali perché crediamo che il livello della nostra palestra ora sia molto più alto.”

Un posto della Puglia che consiglieresti assolutamente da visitare…

“Per me la Puglia è il mio territorio, ed è il Gargano. È vero che il Salento “pizzica” ma, come si dice da noi, il Gargano “mozzica” perché è molto più selvaggio, è molto più strong e ha veramente dei panorami mozzafiato. Il posto che farei visitare è sicuramente Vieste. È la mia città preferita del Gargano ed è pazzesca, ha dei colori magnifici ed è molto romantica, è veramente da visitare.”

E un piatto pugliese da assaggiare…?

“Ce ne sarebbero tantissimi da citare. Uno dei miei preferiti è la Bandiera, è un piatto composto da pasta fresca, pomodorini, patate e rucola che è tipico foggiano. Al secondo posto ci metterei senza dubbio pasta con le cime di rapa”.

Sei molto attenta ai diritti umani. Qual è, a tuo parere, la considerazione delle donne nello sport? Pensi che ci sia parità?

“Io credo che ci si stia provando ad avere della parità, ma che purtroppo diventa difficile in un’ambiente che è per la maggior parte caratterizzato da presenze maschili. Nel senso che, è vero che i nostri maestri lavorando con noi provano ad entrare nella nostra mentalità, però credo proprio che per differenze, diciamo umane, naturali, ci sia difficoltà nella comprensione di alcune cose. Forse, avere delle figure femminili potrebbe aiutare molto di più a dare una giusta equità all’ambiente. Tuttavia nella scherma è difficile avere una disparità perché comunque siamo quasi tutti allo stesso livello, maschi e femmine, quindi diciamo che da un lato noi siamo avvantaggiati.”

Cosa ti aspetti dal futuro sportivo ed extra sportivo?

“Attualmente penso al presente, considerando che dopo i Giochi di Tokyo il mio umore era veramente basso: venivo da un infortunio al ginocchio pesante, avevo pensato di smettere. Devo dire grazie al vecchio CT Gigi Tarantino, che mi ha chiamato e ha dimostrato di credere in me e mi ha dato piena fiducia. Poi, purtroppo, c’è stato un cambiamento in corso d’opera, però anche il nuovo CT Nicola Zanotti sa quali sono le mie capacità e quindi crede molto in me e nel mio valore soprattutto per la squadra.

Del futuro non so, a me piacerebbe comunque rimanere in questo ambito, mi piacerebbe continuare finché il mio fisico permette perché mi piace questa vita, mi sento bene in quello che faccio, mi riempie le giornate e mi riempie di emozioni. Quindi spero di poter finire il più tardi possibile. Post carriera, comunque, rimarrei in questo ambito e cercherei di utilizzare la mia esperienza per aiutare chi invece inizia questo tipo di percorso, cercando di poter smussare tutti quelli ostacoli che io ho preso in pieno.”