Basket: Costanza Verona “A Schio per vincere il più possibile”

Costanza Verona

Tra una chiacchiera sul caldo anomalo di Palermo nel giorno di Natale e l’intenso freddo del Veneto, Costanza Verona (o Cocca) si è raccontata a Sport al femminile. Palermo è di fatto casa sua, anche se in realtà a casa non c’è quasi mai. Nasce nel capoluogo siciliano il 6 agosto del 1999 e proprio lì inizia a muovere i suoi primi passi sul parquet, spinta anche dalla notevole carriera cestistica della madre Simona Chines. Anni fa, ha lasciato la sua Sicilia ed è partita alla volta di Battipaglia, poi Torino e Sesto San Giovanni. Nel mezzo, le pause estive con la maglia delle nazionali giovanili. Qualche medaglia al collo e quell’oro indimenticabile con la sua Nazionale U20 all’Europeo del 2019.

Ci ha detto che nella sua carriera ha sempre scelto di vivere a “passi graduali”. Al Geas di coach Cinzia Zanotti è cresciuta tanto, infatti, e ci ha impiegato un po’ di tempo per cedere alla avances della grande realtà Famila Schio. Per lei, successivamente, è arrivata anche la chiamata della nazionale maggiore. Tanti i motivi di vanto, eppure Cocca con umiltà racconta il suo percorso cestistico fino ad ora. Determinazione e ambizione non mancano, ma il resto è giusto che ve lo racconti lei.

Tre anni fa (eri ancora al Geas) in un’intervista mi hai confessato di voler giocare in Europa ad alti livelli. Adesso, sei in Eurolega. Cosa provi anche ripensando a quelle che erano le tue ambizioni di qualche anno fa? Ci sono nuovi sogni nel cassetto?

«Il mio sogno da sempre, fin da quando ero piccola, era quello di giocare a Schio. In realtà, è un po’ il desiderio di quasi tutte le ragazzine che giocano in Italia. Per me, aver raggiunto questo traguardo a 22 anni è stata una soddisfazione immensa. Un altro obiettivo, che mi sono posta e che sto cercando di raggiungere, è vincere il più possibile con la squadra di Schio. Dal punto di vista più personale, vorrei essere tra i playmaker più forti d’Europa. Adesso, ho la possibilità di scontrarmi proprio contro di loro e so che da questi incontri posso imparare molto. Ogni partita di Eurolega è una sfida contro playmaker di grandissima esperienza, formatesi in Eurolega e in WNBA. Nella gara contro Cukurova ho affrontato Chelsea Gray, giocatrice super che ha vinto l’anello WNBA».

Schio di solito è la meta più ambita per qualsiasi giovane ragazza che gioca in Italia, come hai già anticipato tu. Ha una tradizione cestistica che parla da sé e ti dà l’opportunità di confrontarti con le stelle del basket mondiale. Come hai vissuto il momento in cui hai saputo di dover andare a giocare lì e come è stato il passaggio da una realtà più piccola come quella del Geas ad una dalle grandi ambizioni come Schio?

«Ho ricevuto la prima chiamata da Schio quando avevo 18 anni e ho rimandato la grande decisione per quattro anni. Ho detto loro che volevo essere pronta per arrivare lì e rimanere al Geas mi è servito tanto per crescere e imparare. L’obiettivo non era quello di ricoprire il ruolo della ragazza giovane che sta in panchina, bensì quello di arrivare a Schio ed essere ciò che sono stata per la squadra l’anno scorso e ciò che sono quest’anno. Nella mia carriera, ho scelto sempre di fare dei passi graduali: da Battipaglia a Torino, da Torino al Geas, squadra più ambiziosa. Quando mi sono resa conto che era giunto il momento di alzare l’asticella ho accettato la proposta della società di Schio. Non sono affatto pentita della scelta. È stato bellissimo. Sono arrivata a Schio assieme al nuovo allenatore, Giorgios Dikaioulakos, e abbiamo iniziato questo nuovo percorso insieme. Lui non aveva idea di chi fossi, a ricoprire il mio stesso ruolo c’erano già Francesca Dotto e Giorgia Sottana. Dovevo conquistarmi la sua fiducia e quella delle mie compagne. Direi che è andata bene e questo mi rende molto contenta».

Non solo Eurolega ma anche nazionale maggiore. Hai giocato la finestra di qualificazioni all’Europeo 2023 dello scorso novembre da protagonista a tutti gli effetti. A guardarti giocare sembrava tu ricoprissi quel ruolo da molto più tempo e che avessi un’ottima padronanza del campo…

«Sto lavorando molto su questo aspetto. Essere il playmaker di Schio mi ha fatto acquisire molta più consapevolezza e sviluppare una buona padronanza del gioco. Quando sono in Nazionale provo a portare questa mia esperienza anche lì. Nelle ultime due partite ci siamo divertite molto. Tante giocatrici le conosco bene e giocare con loro è fantastico. Stiamo provando a creare un’identità di squadra. Le partite a disposizione non sono molte, ma noi ci stiamo lavorando affinché diventi realtà. Per quanto riguarda l’Europeo, speriamo di avere un po’ più di tempo per la preparazione e per giocare tutte insieme».

Costanza Verona

Si è vista una Nazionale coesa, sicura di sé ma anche più aperta a quelle “generazioni dorate” delle scorse annate giovanili. Un mix di esperienza e gioventù. Avete sempre pochissimo tempo a disposizione per prepararvi alle partite, in che modo riuscite ad eludere questo problema e a sviluppare comunque una notevole intesa tra di voi?

«C’era una buona parte della mia generazione, 1999-2000. Io sono cresciuta giocando con Madera, Cubaj, Fassina e Olbis (Andrè, ndr). Le conosco da quando ho 14 anni. Ricordo uno dei miei primi allenamenti con la Nazionale in cui ci siamo ritrovate lo stesso quintetto dell’anno in cui abbiamo vinto l’oro e tutto è sembrato più semplice. La scorsa stagione ho giocato con Olbis a Schio. Quest’anno sono in squadra con Keys, Penna e Bestagno. Sono ragazze con le quali io mi alleno tutti i giorni. È vero, come hai detto tu, abbiamo poco tempo, ma anno dopo anno stiamo imparando a conoscerci».

Tu che hai vissuto questo passaggio in prima persona, quali pensi siano le differenze tra nazionali giovanili e nazionale maggiore? Cosa ti sentiresti di dire a quelle ragazze che sono in quel momento della loro carriera in cui devono effettuare questo salto?

«Un altro mio sogno è sempre stato quello di essere in nazionale maggiore e, ad oggi, posso dire di esserci. Nelle nazionali giovanili non sempre sono riuscita a partire per l’Europeo, ricordo di essere stata tagliata dal gruppo delle ragazze del 1998. Quindi, ho avuto anche delle delusioni, ma queste non sono mai state sufficienti per farmi pensare “forse non sei abbastanza brava per essere lì”. Ho sempre proseguito per la mia strada, sapendo bene quali fossero gli obiettivi da inseguire. La prima volta in nazionale maggiore non mi hanno fatto giocare, mi sono allenata solamente. Sul momento, sono rimasta abbastanza delusa. Poi, ho pensato al bene della squadra: ero la più piccola e non mi ero mai allenata con loro. Adesso, pian piano, sono entrata a tutti gli effetti nel gruppo e sono riuscita a conquistare la fiducia dell’allenatore (Lino Lardo, ndr). Quando sei un playmaker hai il controllo della squadra nelle mani e la fiducia dell’allenatore e delle altre compagne è fondamentale».

Costanza Verona

Come giudichi la stagione disputata fin qui da Schio? Che obiettivi avete per i prossimi mesi?

«L’obiettivo è vincere tutto ciò che si può vincere. Il campionato italiano, ad esempio. In Eurolega, puntiamo alle final four. Il percorso fin qui è stato ottimo, escluse due sconfitte in trasferta. Una a Girona, l’altra a Sopron. Avremmo potuto vincerle entrambe se avessimo giocato come sappiamo fare. Può capitare anche la sconfitta. Adesso, ci concentreremo sul girone di ritorno. Ci aspettano partite importanti».

Cosa fai quando non sei sul parquet?

«Studio. Due anni fa mi sono laureata in Scienze motorie. Adesso sto facendo il master in Management dello sport. Altrimenti, mi piace leggere, ascoltare musica e guardare film. Leggere, però, è la mia passione principale».

Un ringraziamento speciale a Costanza Verona.