Italsincro verso Fukuoka: intervista all’ex Capitano azzurro Gemma Galli

Argento di squadra agli ultimi Campionati Italiani Assoluti Estivi di Riccione e bronzo individuale, abbiamo incontrato l’ex Capitano dell’Italsincro Gemma Galli, assoluta protagonista di una stagione ricca di impegni.

Innanzitutto, come va e come stai in seguito alla decisione di lasciare la squadra nazionale? Come ti sei sentita a vivere lontano dal piano vasca le performance delle tue ex “colleghe” che hanno recentemente conquistato l’argento ai Giochi Europei?

Ho vissuto la gara da spettatrice e devo dire di non aver provato alcun rimpianto. Ho preso la decisione di lasciare la Nazionale consapevole delle mie motivazioni e non ho intenzione di tornare sulla questa scelta. Mentre continuo la preparazione ai Campionati italiani, mi sto concentrando sulla scrittura della tesi. Sono infatti iscritta alla Facoltà di Scienze e Tecniche Psicologiche e mi laureerò il prossimo ottobre. Mi piacerebbe diventare Psicologa dello Sport, anche se non ho ancora le idee ben chiare sul futuro. Vorrei tenere aperte diverse strade e scegliere in un secondo momento l’ambito di lavoro più adatto a me.

Sulla scorta degli storici risultati raggiunti a Budapest lo scorso anno, inevitabilmente sono cresciute le aspettative nei confronti della squadra nazionale italiana che, seppur rinnovata nella sua composizione, è ormai in grado di competere ad altissimo livello. Come procede a tuo parere la preparazione delle tue ex compagne per i prossimi campionati mondiali in programma tra pochi giorni in Giappone?

Il regolamento è nuovo, la gara è aperta e tutto è possibile. Attraverso l’adozione del nuovo codice, il nuoto artistico è radicalmente cambiato rispetto a prima, sarà una scommessa per tante squadre. La nostra nazionale, arricchita dall’ingresso delle nuove leve, è fresca e giovane.  Credo che abbia tutte le potenzialità per eseguire delle ottime performance, giocandosela alla pari con le altre.

Tra tutti i successi ottenuti in carriera, tra i quali appunto un argento e due bronzi mondiali o l’argento europeo “di casa” a Roma, solo per citarne alcuni, a quale sei più legata e per quale motivo? Qual è la gara che più negli anni ti ha emozionato, al di là del risultato?

La gara più importante ed emozionante della mia carriera è stata senza dubbio l’Olimpiade. Potervi prendere parte era il mio sogno fin da bambina e avrei fatto qualsiasi cosa pur di realizzarlo. Partecipare ai Giochi è una grande gratificazione e ripaga di tutte le fatiche e i sacrifici fatti negli anni.

Come hai vissuto l’assegnazione del ruolo di capitano? Quali sono le azioni che generalmente mettevi in atto nei confronti delle tue compagne per motivare la squadra e come ti ponevi di fronte ad un risultato magari poco soddisfacente? A chi hai passato al “testimone”? C’è qualche consiglio che vorresti dare?

Avere questa nomina è stato un grande onore. Il ruolo di capitano è quello di fare un po’ da “filtro” tra allenatori ed atleti, mettendo “ordine” sia in acqua, sia fuori. Ho sempre cercato di far sentire tutti a proprio agio affinchè le più piccole si integrassero con il gruppo e non soffrissero alcuni dei disagi che in passato a me era capitato di provare. Un team funziona quando tutti i componenti, come in un’orchestra, riescono a far emergere il lato migliore, mettendosi al servizio della squadra. La mia carica è stata “ereditata” da Enrica Piccoli, una ragazza dotata di grande personalità e notevoli capacità tecniche.

Gemma Galli è nata a Melzo (MI) il 17 luglio 1996

Nelle foto ufficiali e in quelle postate sui social ti vediamo solitamente sempre contenta e sorridente. Qual è stato invece il momento, se c’è stato, più faticoso della tua carriera? Chi, nel caso, ti ha supportato e spronato a non mollare?

Indubbiamente la famiglia è stato l’ingrediente segreto che mi ha permesso di continuare a praticare ciò che più amavo senza alcuna pressione. A casa sono stati in grado di comprendere le mie paure ed ascoltare, senza giudicare, tutti gli sfoghi. Ci sono state diverse persone, dei veri angeli, che negli anni mi hanno spronato a credere in me stessa. Non ricordo un momento nello specifico ma sicuramente le difficoltà e i momenti tristi non sono mancati. Nonostante tutto, l’amore infinito per il mio sport e il sostegno delle mie colleghe, atlete pazzesche e persone splendide, hanno saputo “bilanciare” le forze e ripagare di tanta fatica con emozioni fortissime e grandi soddisfazioni.

Qual è il tuo rapporto con l’alimentazione anche alla luce dello scandalo che nei mesi passati ha coinvolto il mondo della ginnastica ritmica, una disciplina per diversi aspetti (tipologia di attività, disciplina, ore di preparazione, ecc), paragonabile al nuoto sincronizzato?

Penso che il rapporto con il cibo costituisca un vero problema nel mondo degli sport considerati “estetici”. In diverse occasioni mi è stato caldamente suggerito di dimagrire creando in me non poche situazioni di disagio. La mia Tesi di laurea verte proprio su questo argomento e spero possa fungere da spunto per analizzare e comprendere meglio perché alcuni metodi siano pericolosi per la salute psicofisica degli atleti e anche controproducenti ai fini della prestazione sportiva. Credo che sul tema si faccia ancora molta confusione, scaturita spesso dalla mancanza di dialogo e di comprensione reciproca tra allenatori, preparatori, atleti e famiglie. In questo senso le figure dello psicologo sportivo e del nutrizionista sono ormai imprescindibili per gli sportivi che praticano attività a livello agonistico.

Da Carugate, passando per Monza e Busto Arsizio. Che legame hai con le società in cui hai militato prima di approdare in Nazionale? Continuerai a gareggiare con la tua attuale società di appartenenza (Busto Nuoto)? Ami condividere la tua esperienza con le atlete più giovani che in Società ti prendono a modello?

La Busto nuoto è un’isola felice in cui ho avuto la fortuna di ritrovarmi. Grazie ai miei genitori, che hanno fatto molti sacrifici per farmi allenare in questo contesto, ho trovato un ambiente sano in cui lavorare sereni. Poter apprendere dalla mia coach Stefania Speroni è stata una vera fortuna, mi sono innamorata di lei dalla prima volta che mi ha allenata. Ringrazio tutte le persone che rendono il Busto una squadra diversa e, a suo modo, unica. Amo condividere la mia esperienza con le atlete più giovani ed è bellissimo poter essere da esempio per loro.

Sei seguita da un brand manager o da qualche agenzia che cura la tua immagine? Sei già legata ad un marchio o hai mai avuto proposte relative a contratti di sponsorizzazione (prodotti di abbigliamento, alimentari, ecc) come accade ultimamente a tanti atleti, soprattutto del settore nuoto?

Mi è capitato di ricevere alcuni prodotti ma al momento non sono legata ad alcun marchio in particolare né ad un’agenzia.

Ai prossimi Giochi Olimpici, per la prima volta sarà invertita la programmazione delle ultime due gare, conferendo alla Maratona femminile anziché a quella maschile l’onore di chiudere i Giochi. Seppur la situazione stia migliorando, nel nostro Paese le donne nel settore sportivo restano ancora poco rappresentate, soprattutto a livello federale e dirigenziale. Qual è, a tuo parere, il contributo o il valore aggiunto che invece possono dare al movimento sportivo?

Vivo uno sport un po’ in “controtendenza” rispetto agli altri. Nel nuoto artistico infatti gli uomini si sono sentiti per tanti anni emarginati e solo negli ultimi tempi, grazie a personalità di spicco ed atleti di alto livello come Giorgio Minisini (a cui va il mio più sincero in bocca al lupo di pronta guarigione per via dell’infortunio che non gli permetterà di prendere parte ai campionati del mondo), le cose stanno cambiando. Sinceramente non ho mai vissuto da vicino esperienze negative a riguardo anche se sono consapevole che esistano ancora molte disparità, sia in un senso che nell’altro

Grazie mille e in bocca al lupo.

Lo Staff di sportalfemminile.com

Fonte immagine in evidenza: Andrea Staccioli / DBM