Intervista a Giuditta Galardi: un’atleta del 7Rosa da 110 e lode

Giuditta Galardi Sis Roma

Giuditta Galardi: “Sogno di partecipare alle Olimpiadi e vincere lo Scudetto con la Roma”

Si sa, in Italia conciliare studio e sport non è cosa semplice, soprattutto se lo sport praticato viene svolto ad alto livello. Sono pochi gli atenei che dispongono di piani di studio rivolti a studenti-atleta. Così può capitare di giocare in Nazionale, in uno dei club di pallanuoto più forti in Italia – la SIS Roma – e al contempo studiare all’Università.

È il caso di Giuditta Galardi, che lo scorso ottobre ha conseguito la Laurea magistrale in Chimica analitica all’Università Sapienza di Roma con votazione finale di 110 e lode. Un percorso accademico brillante, svolto come qualsiasi studente, ma con le difficoltà maggiori date dalla pratica contestuale di uno sport faticoso come la pallanuoto: ricco di gare (a volte sparse per il mondo) e di allenamenti. Uno sport capace al contempo di regalare infinite emozioni come l’ultimo quarto di finale dei Mondiali di Fukuoka 2023 dove il Setterosa riuscì nell’impresa di sconfiggere la corazzata team USA.

Uno sport relegato in Italia, soprattutto quello al femminile, tra quelli “minori”. Eppure i requisiti per avere maggiore visibilità, anche televisiva, ci sarebbero tutti: gioco rapido (una gara dura 32’), assenza di grandi intervalli e in 30 secondi bisogna provare a segnare. Insomma non ci si ferma mai durante una partita e l’adrenalina di chi è in vasca facilmente viene trasmessa a chi assiste alla gara.

Giuditta Galardi gioca nella SIS Roma nel ruolo di centroboa
Credit foto: Luigi Mariani

Giuditta Galardi nasce a Prato il 10 giugno 1995. Talento precoce, si forma agonisticamente nelle file della squadra della città natale, il Prato Waterpolo. Esordisce in prima squadra (in Serie A2) a 14 anni, dimostrandosi subito molto competitiva e capace di elevate percentuali realizzative. Nel 2012-2013 contribuisce alla promozione della squadra laniera in Serie A1, mentre nella stagione 2016-2017 passa al Plebiscito Padova, col quale centra l’accoppiata scudetto-Coppa Italia. L’anno successivo è ingaggiata dalla SIS Roma, con la quale si aggiudica due Coppe Italia. Dopo la trafila nelle Nazionali giovanili, nel 2014 esordisce con il Setterosa con il quale si aggiudica il bronzo sia agli Europei di Spalato 2022 sia ai Mondiali di Fukuoka 2023.

Cosa rappresenta per Lei la pallanuoto e come hai iniziato a praticarla?

Ho iniziato a giocare a pallanuoto quasi per caso: praticavo nuoto in una piscina privata, avevo una corporatura abbastanza robusta per la mia età e, una volta imparate le basi del nuoto, la maestra mi consigliò di andare a provare pallanuoto. Da lì è stato amore a prima vista. Ormai la pallanuoto è parte integrante della mia vita. Sono almeno vent’anni che gioco a pallanuoto ed è difficile anche soltanto immaginare una vita senza questo sport.

Il motivo che l’ha spinta a iscriversi alla Facoltà universitaria di Chimica?

La scelta della facoltà universitaria non è stata semplice perché mi piaceva tutto. Alle superiori ho fatto lo scientifico: mi piaceva filosofia e mi piacevano le materie scientifiche. Alla fine ho scelto chimica perché pensavo e penso ancora che sia alla base di tutto, diciamo che è la materia o comunque la scienza che ti dà più risposte su tutto quello che ci circonda perché alla fine tutto è chimica. Quindi sicuramente era il modo più semplice di conoscere più cose possibili.

Come si fa a raggiungere un 110 e lode in Chimica conciliando i tanti impegni sportivi? Non c’è il rischio che i periodi pre-esame o pre-match possano incidere l’uno sull’altro?

Uno degli ostacoli più grandi è sempre stato, anche durante la triennale, la coincidenza delle date perché puntualmente un esame coincideva con la partita, un altro esame con un collegiale. Quindi non è stato facile. La cosa fondamentale per me è stata sempre l’organizzazione. Già mesi prima dovevo sapere quali esami dare per le date. Essere organizzata mi ha aiutata molto, ma anche molti professori, essendo anche una facoltà più ristretta, non con tanta gente, mi sono venuti incontro per dei cambi di data o per sostenere un esame per prima. Comunque l’organizzazione e aggiungo la disciplina sono le cose più importanti, anche perché quando c’è poco tempo per studiare bisogna utilizzarlo tutto.

Giuditta Galardi lo scorso ottobre ha conseguito la laurea magistrale in Chimica analitica all’Università Sapienza di Roma con votazione finale di 110 e lode

 Il sogno professionale fuori dalla pallanuoto che vorrebbe realizzare?

Sinceramente, ad oggi, non ho un sogno professionale che voglio realizzare, nel senso che non so neanche in quale ambito precisamente vorrei andare a lavorare e cosa vorrei fare. Vorrei iniziare lavorando in laboratorio e poi magari diventare la persona che lo gestisce. Questo mi piacerebbe molto. Però ancora non so in quale ambito, come e dove. Quest’anno mi sto concentrando completamente sulla pallanuoto, quindi non mi sono fatta molte domande per il futuro.

E il sogno sportivo?

Il sogno sportivo sicuramente è quello di partecipare alle Olimpiadi. Ho voluto terminare la mia carriera universitaria quest’anno in modo tale da potermi concentrare completamente su questo. Diciamo che è il sogno “grande”, ma un altro sogno è quello di vincere lo Scudetto con la Roma perché dopo sette anni che faccio parte di questa squadra mi piacerebbe portare a casa questo traguardo importante.

Questa stagione vi metterà di fronte ad una serie di innumerevoli impegni sportivi tra club e Nazionale. Come potrà incidere in campionato la lunga pausa per gli Europei e i Mondiali?

Sarà un anno particolare per i club perché saremo due mesi e mezzo praticamente fermi, cosa che in realtà è già successa. Da una parte, per la Nazionale avere due eventi così ravvicinati non sarà semplice da affrontare, dall’altra diciamo che almeno c’è una pausa sola mentre negli anni olimpici precedenti c’erano due pause, sia in corrispondenza dell’Europeo che del pre-olimpico. Quindi sappiamo che l’anno olimpico è un anno particolare, ma penso che la mia squadra si allenerà forte e quando torneremo saremo pronte per fare un campionato migliore rispetto a quello che abbiamo fatto nel girone di andata.

Finora si sta mostrando un campionato altamente equilibrato, Le sue favorite per la vittoria finale?

Si, il campionato quest’anno è estremamente aperto e devo dire che questo è molto divertente perché erano anni che non succedevano cose del genere e sono contenta perché è molto più stimolante. La maggior parte delle partite sono importanti per fare punti. La favorita sulla carta, ad oggi, è L’Orizzonte Catania, però non nascondo che è anche il nostro obiettivo arrivare fino in fondo anche se attualmente siamo quinte, ma soltanto a tre punti dalla seconda. Saranno fondamentali tutti gli scontri diretti del girone di ritorno per raggiungere quest’obiettivo. Comunque sarà molto divertente il percorso quest’anno.

Cresciuta nella squadra del suo Paese, Prato, e dopo una parentesi vincente di un anno al Plebiscito Padova, da 6 anni veste la calottina della SIS Roma. Come si vive nella Capitale?

Nella Capitale si vive bene ma, rispetto ad una città piccola come Prato o come Padova, è completamente una vita diversa. I primi anni vivevamo più in centro e dovevamo affrontare ogni giorno un’ora di traffico per raggiungere l’allenamento, quindi era impegnativo. Però è una città meravigliosa perché ovunque vai, a qualsiasi ora, c’è qualcosa di bellissimo da vedere e da fare. È una delle città più belle del mondo.

In assenza di Domitilla Picozzi, ha assunto il ruolo di Capitano. Una responsabilità in più…

Si, dopo l’infortunio di Domi ho questa responsabilità adesso ma, più che una responsabilità, è un onore perché avere questo ruolo nella squadra dove comunque ho passato la maggior parte dei campionati di A1 è sicuramente una cosa molto bella. Anche se spero che Domi rientri il prima possibile perché abbiamo bisogno anche di lei.

Con la Nazionale venite da un meraviglioso bronzo mondiale dove traspare anche la forza di squadra. Dove può arrivare questo gruppo?

Quest’estate abbiamo dimostrato di avere una grandissima capacità di azzerare e ricominciare, di potercela giocare con tutti. Sappiamo che la prima cosa che dobbiamo fare, e che ci serve più di tutte, è lavorare insieme. Infatti da questa settimana cominceremo la preparazione per l’Europeo. Questo gruppo penso che possa arrivare lontano. Sicuramente deve arrivare a un’Olimpiade perché dopo che non ci siamo qualificate a Tokyo è fondamentale raggiungere quest’obiettivo per noi, ma soprattutto per il movimento della pallanuoto femminile perché comunque è l’Olimpiade che ti fa innamorare di questo sport. Infatti io quando ero piccola già giocavo a pallanuoto, ma diciamo che la vera scintilla è nata quando l’Italia vinse le Olimpiadi ad Atene 2004 e io stavo guardando la partita. M’innamorai completamente di questo sport.

Galardi ai Mondiali di Fukuoka 2023 ha conquistato con il Setterosa la medaglia di bronzo

Da poco è venuta a mancare la team manager della Nazionale, Barbara Bufardeci. Considerando che quello del team manager è un ruolo cardine per una squadra, quanto si farà sentire l’assenza di una persona che vi ha accompagnato per tanti anni?

L’assenza di Barbara sarà percepibile in tutti i punti di vista perché lei non era soltanto una team manager ma si prendeva cura di noi come se fossimo sue figlie e ogni cosa di cui avevamo bisogno lei era sempre pronta. Dobbiamo raggiungere l’olimpiade anche e soprattutto per lei, perché era lì che ci voleva portare ed è per questo che ha fatto tanti sacrifici, ha scelto di stare con noi nonostante la malattia perché voleva portarci lì. Quindi ora ce la dobbiamo portare noi.

La pallanuoto femminile alle Olimpiadi è stata introdotta solamente nel 2000 (a Sydney), mentre la maschile è inserita nel programma olimpico sin dal 1900. Anche qui le donne hanno dovuto conquistare un loro degno spazio, come hanno dovuto lottare tanto negli anni per veder riconosciuti maggiori diritti (professionismo, maternità, ecc.). In alcuni sport le disparità tra uomo e donna sono ancora abbastanza accentuate. Da cosa dipendono secondo Lei e cosa servirebbe per superarle?

Diciamo che la disparità fra uomo e donna nello sport è presente secondo me un po’ in tutti gli sport. Sicuramente ancora di più negli sport di squadra come il nostro ed è dovuta secondo me dal fatto che ancora noi non siamo viste come delle atlete perché magari pratichiamo degli sport che sono “maschili”, quindi siamo poco seguite, poco considerate. Il problema parte alla radice, nel senso che sono anche le Federazioni che non si interessano di portare avanti lo sport femminile quanto quello maschile. Non parlo solo di Nazionale perché magari in Nazionale sì c’è disparità, ma un po’ meno. Io parlo proprio dei club che non vengono messi nelle condizioni di trattare in egual modo maschi e femmine.

Ci sono tanti club che pagano i maschi il doppio, il triplo delle ragazze che magari giocano nelle serie più alte. Squadre femminili in A1 e maschili in B in cui prendono più i ragazzi. Questa è follia, però purtroppo veniamo da un mondo che ad oggi è così e secondo me l’unica cosa che si può fare è prenderne atto e cercare di conquistarci noi donne, piano piano, sempre più spazio in questo mondo sportivo, magari non accettando delle condizioni che non ci vanno bene perché la nostra caratteristica è che “tanto ci va bene tutto e vabbè anche se non ci pagano non fa niente”, invece dobbiamo iniziare a combattere un po’ di più.

Un motivo per cui una bambina dovrebbe avvicinarsi alla pallanuoto…

Ci sono molti motivi: il primo sono le emozioni che questo sport ti porta ad avere perché sono tantissime, la condivisione con la squadra che è una cosa meravigliosa, la formazione anche dei legami con delle persone con le quali hai condiviso fatica, risate, esperienze fantastiche che poi ti porti dietro per tutta la vita e sono legami indissolubili. Quindi sì, bambine andate a giocare a pallanuoto perché è uno sport veramente meraviglioso.

Nata a Prato il 10 giugno 1995, Giuditta gioca da sette anni nella SIS Roma

Credit immagine in evidenza: Marco Gallo – SIS Roma